Tessitura tradizionale, integrazione e formazione professionale si uniscono intorno al fiocco leccese
16 Giugno 2022
A Lecce un gruppo di donne di età, provenienza e storie differenti hanno imparato la tecnica tradizionale della tessitura a fiocco leccese grazie al progetto “Te.De.S.Lab Weave – Mani che si intrecciano”. Nel centro storico della città, 18 neofite e 3 giovani tessitrici dopo aver curato il primo Laboratorio di Tessitura Base, sono divenute a tutti gli effetti discenti per i successivi Laboratori di Design e Tessitura a Fiocco Leccese. Si tratta di donne tra i 32 e i 62 anni, con esperienze lavorative, formative (dalla licenza media alla laurea) e di vita molto diverse.
Dall’ex imprenditrice alle donne vittime di violenza: le storie di riscatto di Te.De.S.Lab Weave
Ognuna di loro ha messo in campo i propri saperi e le proprie competenze tecniche o trasversali ma altrettanto utili. Una parte delle partecipanti proviene da settori lavorativi caratterizzati da grande manualità, una piccola percentuale ha esperienza di tessitura e ha, sin da subito, affiancato chi è in maggiore difficoltà nell’apprendere. Vi è, inoltre, chi ha gestito un’impresa in altro settore con oltre 200 dipendenti, chi ha già svolto attività di designer per marchi importanti, chi ha scelto di fare la mamma a tempo pieno, chi ha perso il lavoro, chi non è riuscita per una serie di eventi a realizzarsi, chi, più sfortunata, è stata vittima di violenza o ha dovuto abbandonare il proprio Paese alla ricerca di una situazione migliorativa in termini di vita e di lavoro. Tre partecipanti provengono dallo SriLanka e, nonostante la difficoltà per la lingua, sono diventate parte fondante del gruppo, una dall’Ucraina intorno alla quale il gruppo si è stretto per via della crisi umanitaria in corso.
E se in generale nella formazione l’omogeneità è considerata fondamentale per garantire la coesione dell’aula, nel caso del “gruppo Weave” non è esattamente così. Il filo conduttore che unisce le partecipanti al progetto è la voglia di rimettersi in gioco, l’entusiasmo, la passione, la voglia di riuscire a dare una svolta al proprio percorso anche lavorando in team, parafrasando il titolo scelto per il progetto “tante mani che si intrecciano”.
A Lecce un gruppo di donne di età, provenienza e storie differenti hanno imparato la tecnica tradizionale della tessitura a fiocco leccese grazie al progetto “Te.De.S.Lab Weave – Mani che si intrecciano”. Nel centro storico della città, 18 neofite e 3 giovani tessitrici dopo aver curato il primo Laboratorio di Tessitura Base, sono divenute a tutti gli effetti discenti per i successivi Laboratori di Design e Tessitura a Fiocco Leccese. Si tratta di donne tra i 32 e i 62 anni, con esperienze lavorative, formative (dalla licenza media alla laurea) e di vita molto diverse.
Dall’ex imprenditrice alle donne vittime di violenza: le storie di riscatto di Te.De.S.Lab Weave
Ognuna di loro ha messo in campo i propri saperi e le proprie competenze tecniche o trasversali ma altrettanto utili. Una parte delle partecipanti proviene da settori lavorativi caratterizzati da grande manualità, una piccola percentuale ha esperienza di tessitura e ha, sin da subito, affiancato chi è in maggiore difficoltà nell’apprendere. Vi è, inoltre, chi ha gestito un’impresa in altro settore con oltre 200 dipendenti, chi ha già svolto attività di designer per marchi importanti, chi ha scelto di fare la mamma a tempo pieno, chi ha perso il lavoro, chi non è riuscita per una serie di eventi a realizzarsi, chi, più sfortunata, è stata vittima di violenza o ha dovuto abbandonare il proprio Paese alla ricerca di una situazione migliorativa in termini di vita e di lavoro. Tre partecipanti provengono dallo SriLanka e, nonostante la difficoltà per la lingua, sono diventate parte fondante del gruppo, una dall’Ucraina intorno alla quale il gruppo si è stretto per via della crisi umanitaria in corso.
E se in generale nella formazione l’omogeneità è considerata fondamentale per garantire la coesione dell’aula, nel caso del “gruppo Weave” non è esattamente così. Il filo conduttore che unisce le partecipanti al progetto è la voglia di rimettersi in gioco, l’entusiasmo, la passione, la voglia di riuscire a dare una svolta al proprio percorso anche lavorando in team, parafrasando il titolo scelto per il progetto “tante mani che si intrecciano”.